contributi - aliti di vento

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ricordi per sempre
NATALE CRISARA'
…ho guardato, sin dalla mia più giovane età, a quell'amico, un po' più grande di me (sia come età che come stazza) apprezzando, spesso, anche inconsciamente, il suo enorme carisma che trasmetteva con quel suo approccio semplice e personalissimo, a volte disarmante, con quel modo di guardarti con occhi profondi che andavano a scrutare sempre chi gli era di fronte per entrarci dentro per condividerne l'essere e l'essenza.
Credo di essere stato più vicino soprattutto al primo Antonio, quando con lui, con Luciano e con la mitica FIAT 500 bianca, scorazzando per chissà quali sperduti percorsi peripatetici (come li chiamava lui) abbiamo condiviso momenti di intensa gioia e di allegra goliardia giovanile, ma anche di intenso confronto esistenziale e di maturazione interiore fondata su sogni (e utopie?) di paffuti ragazzi che erano convinti che si poteva cambiare il mondo!
E poi la musica... prima l'ascolto dei cantautori dell'epoca e l'ammirazione dei gruppi rock suonati nel costosissimo impianto hifi del cugino Seby che andavamo a trovare nei pomeriggi domenicali, poi le sue prime note su una chitarra raccattata chissà dove... quella chitarra sulla quale mi fece mettere le dita per i miei primi accordi.
Ho di quel periodo ricordi precisi legati a delle espressioni che Antonio mi rivolgeva con tono sempre affettuoso e fraterno, espressioni legate al mio carattere ed alle mie esuberanze: - mi rimproverava spesso (ritengo anche con un pizzico di ammirazione) della “mio libido cazzuliandi” quando mi capitava di smontare e rimontare oggetti ed attrezzi (spesso elettronici), mi “fanteggiava” (ossia mi mandava a quel paese) simpaticamente quando facevo qualche battuta di troppo ma soprattutto ricordo tutte quelle espressioni del viso, quelle smorfie non facilmente descrivibili, quando si trovava a dovermi spiegare una sua idea, un suo pensiero, una sua emozione...
Con lui abbiamo condiviso oltre la musica passioni diverse: la fotografia, l'elettronica, l'osservazione della natura e delle scienze fisiche. Ma soprattutto abbiamo condiviso momenti di crescita spirituale e religiosa di elevata intensità.
La mia ammirazione nei suoi confronti crebbe così tanto che in maniera più che naturale gli chiesi di farmi da padrino alla Cresima. Ciò lo rese credo felice ed orgoglioso e credo anche che fece sì che nella sua vita io stesso assumessi un ruolo più pieno. I nostri confronti spirituali e la stima reciproca crebbero di conseguenza.
Devo indubbiamente ad Antonio la mia successiva crescita interiore che mi portò ad esprimere (a volte con risultati per me assolutamente incredibili) il dono dello Spirito di scrivere e musicare canzoni che con orgoglio mettevo nelle sue corde, nella sua voce e nel suo cuore, essendo frutto spesso di esperienze o riflessioni comuni.
Ma Antonio era una stella pulsante, che a momenti di estrema luce alternava momenti bui e tristi.
Solo a volte, purtroppo, e negli ultimi tempi ancora di meno, ricordo di essere riuscito a ridare fuoco al suo cuore quando attraversava quei periodi di abbandono e di gelo...
E poi, malauguratamente si cresce! E, alle utopie, si sostituiscono i tentativi di costruire certezze, senza star più a sottilizzare sulla spiritualità o sulla condivisione di ideali troppo alti...
Antonio invece, nel suo essere speciale, non crebbe mai e di conseguenza dovette subire su se stesso oltre agli acciacchi fisici, il pulsare sempre più fioco della sua stella che inevitabilmente si è spenta in questo mondo.
La sua luce, sicuramente ancora più intensa ed illuminante, brilla oggi nel mio cuore e credo nel cuore di tutti quelli che lo hanno ben conosciuto o che anche solo lo hanno avvicinato per caso, una luce che scolpisce e risuona ancora in una frase di una canzone che è tutto di Antonio: “Facci nuovi con Te!”.
ANTONIO AMATO
Le sensazioni, le vibrazioni dell'anima suscitate dalla poetica di Antonio sono intrise di una dolcezza "estremamente" malinconica. Il sapore della vita viene gustato nel contemplare i suoi voli pindarici che dalle più alte vette della Bellezza e dell'Amore scendono a valle per le colline del Dolore e della Solitudine, e si perdono infine nell'amarezza, divenuta ormai quotidiana, di chi grida la sua disperazione ma non viene ascoltato.
"Condividere" con lui l'intima essenza del testo e della lirica musicale è stato fondamentale per comprendere cosa vuol dire "emozionarsi e far emozionare".
La "C.M.I."
Alla Comunità Musicale "Insieme" di Palermo Antonio era legato da un'amicizia speciale, di quelle che segnano per sempre la vita. Le loro canzoni hanno dato vita ai primi concerti del gruppo Diapason come le profonde radici fanno di una pianta un robusto albero.
Mio fratello è strano
e non parla con nessuno;
se il corpo è immobile
la sua mente vola,
se invece cammina
va in fumo il suo io.
Ha scritto a un giornale
ch’era in cerca di un angelo,
ma di angeli il mondo ha finito le scorte.
Ha cercato tra gli uomini
una musica aliena;
ha trovato uno specchio
per guardare il suo nulla.
Mio fratello è malato,
è un’immagine storpia.
Se lo guardi negli occhi
Vedi nebbie pagane,
ma se gli ascolti l’anima
muori piano con lui.
Ha smarrito la strada
tra le torme di inutili.
Ha smarrito la via
della vita degli uomini.
Ha vissuto i suoi incubi
bestemmiando il dolore.
Ha reciso nell’anima
ogni traccia d’amore.
Mio fratello sta appeso
ad un chiodo sul muro,
e crudele la vita
ha tirato il suo cappio.
Crudele la morte
che gli ha chiesto il suo conto.
S’è inchiodato a una croce
cui non era dannato.
Così ha tolto il disturbo
del suo cielo stonato.
Ma non cielo degli uomini
che contiene il suo nulla,
solo un cielo di Dio
può spiegargli l’assurdo.
 
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