L'opera, mai pubblicata, è interamente dedicata all'universo femminile.
E' una sintesi della dolorosa esperienza di chi anela ad un Amore che non troverà mai su questa terra, se non attraverso sorrisi appena accennati, estasi fuggevoli di cui rimane solo un vago ricordo, in attesa di giacere a "fecondar la terra". La presenza fugace di lei è tuttavia portatrice di una gioia immensa, quasi incontenibile, di un senso di appagamento quasi totale ma sempre velato di malinconia: "voglio morire abbracciandomi a una stella". L'idea della morte comincia a farsi strada tra i versi, diventando epilogo obbligato della solitudine: "L'abbraccio di un sorriso sarà l'ultimo a respirare felice il tuo profumo". Senza di lei, il poeta non ha "più luci accese da guardare"; crolla ogni certezza, ogni senso della vita. L'attesa dell'Aurora comincia già ad identificarsi con l'attesa del "passaggio". Non a caso il poeta immagina di aspettarla "perennemente disteso". L'immobilità dell'animo si contrappone alla vita che "mi fugge via". Resta il desiderio disperato di viverla, senza rimanere ai bordi, senza vagare "ramingo e muto nel nulla vuoto".