L'apporto in quest'opera di Antonio Polimeni è abbastanza ridotto. A causa della malattia comincia ad allontanarsi dalla vita per così dire "pubblica" del gruppo, per dedicarsi con più fervore alla poesia e alla composizione di canzoni più dedicate all'universo femminile. La sua presenza si limita ad un remix di "Facci nuovi con te" e ad una riedizione di "Rivelazione", mai più eseguita dal 1984. La vera chiave di lettura di quel periodo è tuttavia una canzone pubblicata solo successivamente, nella versione in cd. Si tratta della delicata ballata in dialetto siciliano "Lamentu d'amuri": un inno all'amore perduto e alla disperazione della solitudine, racconto di una sensibilità ripegata su se stessa, che guarda il cielo e il mare e impreca ad una vita troppo lunga per essere vissuta fino alla fine. A farsi carico della produzione di quest'opera, ormai nuovo batterista e "custode" della memoria Diapason, è Giacomo d'Arrigo, tra i fondatori del CGS Diapason, eredità della cultura e del messaggio del gruppo nell'ambiente salesiano.